Editors' pick
Un posto simpatico dove mangiare....hamburger succulenti in un'atmosfera molto americana.
Consiglio a tutti di dedicare almeno un giorno e mezzo allo Yosemite, considerandone la vastità e che la valle, da sola, occupa tutta la giornata.
Noi entriamo da est, sulla famosa Tioga Road (controllate in internet il calendario apertura poiché può essere chiusa per neve), per poter ammirare i Tuolumne Meadows, la zona di prati alpini fra le più estese del mondo. Dopo aver pagato l’ingresso ed essere stati riempiti di utili opuscoli e mappe dai rangers, passiamo il massiccio di granito del Photole Dome che segna l’inizio di un terreno prativo enorme, il cui massimo splendore si può ammirare a luglio con la fioritura! Ci colpisce subito l’attenzione a mostrare, con pannelli esplicativi, tutti i punti interessanti, valorizzando le bellezze del luogo.
Proseguendo oltrepassiamo il Tenaya Lake per arrivare all’OLMSTED POINT. Una piazzola grande e ben segnalata permette il parcheggio di numerosi mezzi per visitare questo punto panoramico.
Non curatevi degli altri vocianti turisti e dei maxi caravan, inerpicatevi sulla roccia quasi liscia per raggiungere il punto più alto e ammirate il panorama…non potrete far altro che rimanere a bocca aperta , fissare le immagini dentro voi, soprattutto quella dell’HALF DOME che nasconde la valle. Poi arrivate fino all’alberello che sembra messo lì apposta sul bordo del dirupo…ed ammirate ancora…La vista è talmente spettacolare che anche lo scompiscè, con il suo bagaglio di vertigini, si inerpica per godersi il panorama.
Alla fine la foto c’è e noi proseguiamo l’avventura su un altro sentiero che si biforca dopo pochi metri: da una parte un percorso pericoloso per trekker porta alla valle centrale del parco, dall’altra un sentiero semplice per arrivare ad un’altra terrazza di roccia che sembra sospesa nel vuoto e permette di osservare il monolito dell’half dome ancora meglio ma soprattutto in assoluta solitudine! Siamo solo noi due, sul tetto del mondo. Spettacolare!!!
Torniamo velocemente alla macchina perché il cielo minaccia acqua, e ci scappa un breve temporale, durante il quale un cervo ci attraversa veloce la strada.
La Tioga road pian piano scende a livello della valle: cascate, foreste, un orsacchiotto in mezzo ad un prato fotografato da altri turisti e ci avviamo verso l’uscita.
Consiglio: tenete conto che gli alloggi nei parchi sono impossibili da trovare senza prenotazione e sono molto costosi, a meno che non scegliate il campeggio. Se optate per l’alloggio fuori confini del parco il prezzo è inversamente proporzionale alla distanza dall’entrata.La nostra base è Mariposa per facilitare la partenza verso il Sequoia.
La scelta culinaria in questa tipica cittadina di provincia merita un appunto anche per la tipicità del luogo: Happy Burger! Ovviamente c’è una lista di hamburger infinita, ma è il locale, tappezzato di vecchie copertine di dischi ad ispirarci! Approfittiamo del free refill alle macchinette delle bibite gassate per assaggiare un goccio di tutte le porcherie zuccherose che la perversa mente statunitense è riuscita a creare…vi invito a farlo e poi a tornare alla più classica acqua o coca cola per accompagnare il succulento hamburger che avrete ordinato.
Il secondo giorno allo Yosemite lo dedichiamo tutto alla valle; fatevi un programma di massima ma lasciatevi sedurre da scorci e luoghi, approfittando all’organizzazione del parco che valorizza molto bene ogni angolo, creando percorsi, piazzole di sosta nei punti panoramici, aree pic nic, aree servizi igienici (tutto ben segnalato nelle mappe).
Le tappe salienti
BRIDALVEIL FALLS: cascate dal velo da sposa. Nel parcheggio mettiamo il nostro cestino da pic nic nei contenitori anti-orso (non prendete l’orso sottogamba; anche se di giorno se ne sta abbastanza distante dall’uomo, vedrete un sacco di filmati di macchine distrutte da orsetti affamati e golosi).
Il sentiero porta proprio sotto la cascata che grazie al vento ed alla bassa portata diventa un velo di goccioline che avvolge gli alberi vicini e anche noi…io zuppa e felice faccio un sacco di foto, mentre lo scompiscè cerca invano di ripararsi sotto le fronde.
YOSEMITE VILLAGE, uno dei centri visitatori più grandi.
Prima si deve necessariamente costeggiare il CAPTAIN, il secondo blocco roccioso più famoso dello Yosemite, dalle pareti praticamente verticali, che rendono difficoltosa l’ascensione anche ai climber più esperti…spettacolare!
Al village passiamo un po’ di tempo tra: Ansel Adams gallery dove trovare immagini fantastiche del parco, il filmato Spirit of Yosemite che oltre a bellissimi immagini del parco in tutte le stagioni racconta la storia degli indiani che la abitavano prima dell’avvento dei pionieri, Yosemite Museum con notizie sulla storia geologica del parco e su flora, fauna e storia di come è nata questa area protetta e Indian Village of Ahwahneechee dove è stato fedelmente ricostruito un accampamento indiano con relative spiegazioni.
YOSEMITE FALLS la stagione migliore è la fine primavera poiché in piena estate possono deludere a causa della bassa portata. Anche qui il parcheggio è molto ampio, visto che partono numerosi sentieri con diversi gradi di difficoltà. Lo spettacolo è molto bello ed il fragore copre le voci delle molte persone presenti, che si inerpicano sulla roccia per ammirare la cascata dalle varie angolazioni. Dalla Lower fall il salto più alto non si ammira, bisogna deviare su un altro sentiero segnalato arrivando al punto panoramico.
Rinunciamo ad andare al Glacier Point, perché è molto lontano, anche se so che mi perdo una vista pazzesca…sarà un buon motivo per tornare prima o poi in questo fantastico Eden.
In alta stagione dicono che il traffico nella valle sia molto sostenuto ed è meglio prendere le navette gratuite che fanno il giro di continuo, noi a giugno abbiamo trovato una situazione tranquilla e abbiamo sempre usato la nostra autoAndiamo a cena abbastanza presto, altrimenti in provincia (e non solo) chiude tutto; cena nella norma e scopriamo che allo scompiscè non piace la Apple Pie, il grande must dei dolci statunitensi.
Ed eccoci pronti per altri magici incontri…
Avete mai incontrato una sequoia? Perché la sequoia non si può solo vedere e osservare, la si deve incontrare…ed io sogno questo giorno da quando ero piccola e con mio padre vedevo i documentari in TV e ci immaginavamo quanto grandi e belli fossero questi alberi, i più grandi esseri viventi del mondo. Se non l’avete incontrate non potete capire, qualsiasi vostra immagine mentale ed sembrerà sbagliata quando sarete al loro cospetto!
È quindi con grande emozione che affronto questa giornata nel KINGS AND SEQUOIA PARK, che pur essendo due parchi separati sono un’unica entità legislativa con unico biglietto e i soliti utili opuscoli e mappe.
Venendo da nord decidiamo di raggiungere Fresno con la 99S e poi prendere la 180 verso est per avvicinarci al parco e la 198 per tutto il nostro percorso.
Il BOSCO DI GRANT ci accoglie con tempo uggioso e una nebbiolina che fa molto bosco incantato. Passiamo all’interno della FALLEN MONARCH, caduta ed ormai cava e poi arriviamo alla guest star di questo breve percorso: il GENERALE GRANT la sequoia con il diametro più grande del mondo, 13 metri di legno massiccio!
Jo è incantato da questo spettacolo della natura, ma deve subito ritornare alla dura realtà a causa della nebbia che avvolge la strada e richiede molta cautela alla guida. Fortunatamente queste nuvole basse finiscono e noi riemergiamo passando per il Lodgepole Village, con museo, filmati e punto ristoro e infine al percorso con la seconda guest star della giornata: GENERALE SHERMAN. Questa è la sequoia con il maggior volume di legno al mondo, ovvero il più grande essere vivente. Accarezzare una sequoia riserva un’altra sorpresa: la corteccia non è dura e legnosa ma ricoperta da quella che sembra una peluria morbida. L’incontro è sempre più affascinante!
Trovarsi di fronte a Sherman è impressionante, ci si sente piccoli considerata la sua imponenza e giovani considerando che lui ha circa 3000 anni!
Risaliamo verso il parcheggio e qui avviene la classica “botta di C: INCONTRAMO UN ORSO!!! Ad una curva del sentiero il gruppetto davanti a noi inchioda e comincia a scattare e filmare in assoluto silenzio, immediatamente anche noi ci ipnotizziamo davanti a questa scena. L’orso davanti a noi, un po’ guardingo, sta scortecciando un tronco alla ricerca di cibo, meno male che non si gira verso di noi che ci saremmo scapicollati giù dal dirupo, ma si gira mostrandoci il suo bel culetto. Siamo super emozionati!!
Proseguiamo sulla 198, l’autostrada dei generali, fino alla deviazione per il TUNNEL LOG dove Jo si diverte a passare nella galleria scavata nel tronco di sequoia caduta nel 1932 ed ancora lì praticamente intatta. Ultima tappa, prima di uscire da parco, è HOSPITAL ROCK, dove ci sono testimonianze della vita delle tribù indiane compresi alcuni dipinti.
Tutta l’emozione degli incontri di oggi si tramuta in un po’ di stanchezza quindi decidiamo di fermarci a THREE RIVERS per dormire, posto un po’ caro ma carino.
Queste giornate nella natura ci hanno fatto vivere un sacco di emozioni, ma si cambierà registro a breve visto che ci attende Los Angeles con le sue autostrade a 6 corsie e i suoi quartieri, ma per il momento riposiamo con ancora negli occhi cascate, vallate, alberi maestosi e sognando un OneMoreOf incontro spettacolare con Madre Natura.
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