ARGENTINA TOUR
Argentina Non ci voglio venire On the Road

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L’Argentina è stata una scelta quasi casuale, non era nella top list fino a poco prima di pensar alle vacanze, poi, alcune coincidenze mi hanno portato a concentrami su questo enorme stato ai confini del mondo: e fu subito amore!!
Quando il territorio è così vasto non si può pretendere di visitare tutto, quindi ho dovuto scegliere accuratamente cosa vedere; in questi risicati 15 giorni l’Argentina è stata molto generosa e ci ha permesso di vivere 3 viaggi in uno, ciascuno con le sue emozioni e immagini, ciascuno con i propri colori, i suoni e profumi, ciascuno unico!
Vi raccontiamo qui le nostre impressioni generali, per lasciare ad altri post i dettagli ed i consigli delle visite, ora è solo tempo di sognare.

Si ma questa vastità, quanti voli interni comporta?Jo
Jo non ti starai già lamentando…purtroppo non c’è tutto questo tempo per usare gli autobus a lunga percorrenzaMarika
Quanto dici lunga…cosa intendi veramente?Jo
Tanto lunga che ti pentirai di non aver preso un comodo e semplice aereo interno!!Marika
Ok, sono convinto…ma l’hanno prossimo solo mete a corto raggio!!Jo

PRIMO VIAGGIO: BUENOS AIRES…L’ARGENTINA UN PO’ MENO ARGENTINA

Arriviamo dopo un lungo volo, è mattina presto e l’entrata a Buenos Aires ci anticipa che siamo di fronte ad una grande città, piena di traffico e macchine. Abbiamo 1 giorno e mezzo prima di ripartire, ma sappiamo che torneremo a fine viaggio per chiudere il cerchio e finire di gustarci questa città.

Camminiamo tantissimo, perché a dispetto della grandezza complessiva, il centro è abbastanza contenuto e se si alloggia in buona posizione si può fare a meno di prendere i mezzi pubblici. I taxi sono comunque molto presenti. Il clima ci aiuta non poco, c’è un sole spettacolare e nel pomeriggio sono in maglietta a manica corta!

Buenos Aires è accogliente ma straniante, assomiglia a tutto tranne all’idea di una capitale sudamericana…anzi…il Sudamerica lo si deve andare a cercare.
Palazzi come a Parigi (volontà della passata nobiltà porteňa), grattacieli e traffico stile New York, alcune strade ricordano Madrid. Poi la gente che si incontra, pronta a darti una mano e a mostrarti un gran sorriso quando sentono che arrivi dall’Italia, ti senti accolto più che in ogni altra parte del mondo…perché un nonno di Benevento o Siracusa non lo si nega a nessuno!!
La città comunque ci piace, seguiamo il percorso che avevo studiato e poi nel pomeriggio ci uniamo al FreeWalking tour che ci fa scoprire tutto il centro e l’interessante storia della città e del paese, compresa lezione sul peronismo e quello che ha significato per la stramba situazione economica argentina. Chiudiamo il primo giorno a Puerto Madero, quartiere trendy rinnovato, dove sboccia una Buenos Aires più moderna e che guarda al futuro.
Il mattino dopo ci attende invece Recoleta, mentre al rientro visiteremo San Telmo e la Boca in compagnia di un mio caro amico. In questi ultimi 2 quartieri c’è un sentore diverso e più caratteristico, anche se per certi aspetti troppo turistico e artificioso, come lo è il Caminito e le sue case colorate…ma Buenos Aires è anche questo!!

Quindi non siate delusi dalla mancanza di quell’atmosfera latineggiante, cercatela piuttosto nelle piccole cose, nelle note del tango, nella cadenza delle parole, nel calore dell’accoglienza e sicuramente Buenos Aires non vi deluderà.

 

SECONDO VIAGGIO: IL NOA…L’ARGENTINA CHE DIVENTA ANDINA

L’inverno non permette di scendere in Patagonia a meno di non patire un folle freddo, sarebbe una scelta stupida considerando che il NOA (il nord ovest argentino) è una regione bellissima e ricca di luoghi da vedere. Il tempo scarseggia ed il nostro itinerario tocca la zona intorno a Salta in una sorta di giro a 8, non sconfinando nei paesi andini vicini o in altre regioni più remote. Avendo più tempo si possono organizzare tour nella Puna selvaggia in fuori pista con operatori specializzati o scendere verso Mendoza o proseguire verso la Bolivia o il Cile. Il NOA potrebbe quindi essere un punto di arrivo, di transito o di partenza per farsi conquistare dalle vette andine.

Noi, con la nostra duster, ci aggiriamo per le strade di queste regioni; mai come in Argentina ho realmente compreso 2 cose fondamentali:
– Quale è l’odore della polvere che pervade e permea le narici e non se ne va mai né dal naso, né dalla mia memoria. Non è sabbia tipo deserto…è proprio POLVERE!!!
– Il concetto di solitudine quando percorri km e km senza incrociare nessuno ma rimani solo con te stesso e la bellezza della natura che ti circonda. Una solitudine non associata alla tristezza ma alla pace, non si è spaventati ma sereni (a meno che la macchina non ti lasci a piedi!!)

Ecco in breve le tappe del nostro giro
Quebrada de las conchas un canyon rosso, dai panorami marziani che ti sorprende ad ogni curva e non smetteresti di fotografare
Cafayate patria del vino d’altura e piccola cittadina da cui si può raggiungere Tafì e le rovine di Quilmes
Quebrada de las flechas dalle bizzarre formazioni rocciose, solcata dalla mitica ruta 40, ovviamente sterrata e quindi con tanta tantissima polvere
Cachi, un centro piccolino, con una piazzetta deliziosa ma una quantità di sensi unici paradossale
La recta de Tin Tin dove 18 km di strada dritta corrono in un nulla pieno di cactus e ti fanno sentire su un altro pianeta. Potresti quasi farti un pisolino per strada.
Quebrada de Humauaca con le sue montagne di strati colorati dappertutto e le cittadine nel fondo valle fino per arrivare a Tilcara, colorata e turistica al punto giusto
Le emozioni della serrania dell’Hornocal a 4300 metri e dei suoi 14 colori e delle Salinas Grandes bianche, immense e quasi sovrannaturali. Trai nostri ricordi più belli.
Salta ci accoglie nell’ultimo giorno con la sua storia e le sue leggendarie empanadas mangiate in un posto mitico a metà tra il circolino di Città Alta e un centro anziani sudamericano.
Io lassù ci ho lasciato un pezzetto di cuore, ma sono contenta perché la natura lo saprà conservare.

 

TERZO VIAGGIO: LE CASCATE…L’ARGENTINA DOVE LA NATURA è REGINA

Andare alle cascate Iguaçu ha significato prendere altri voli interni, ma perdere questa meraviglia della natura sarebbe stato un peccato mortale; quindi che veniate dall’Argentina o che scendiate dal Brasile per favore andateci
I dettagli della visita ve li racconterò in un altro post, quello che condivido qui sono le emozioni:
Siamo piccoli, piccolissimi di fronte alla natura, alla sua forza ma anche alla sua bellezza. Inutile provare a replicare qualcosa di simile, noi umani potremmo solo fare peggio.
Il rumore dell’acqua che cade, a tratti assordante, è un rumore preistorico, che ti entra dentro e ti muove le budella insieme alll’anima. È incredibile come non ti infonda nessuna sensazione di paura ma solo di ammirazione e profondo rispetto per la nostra terra.
La Garganta del Diablo, il punto più famoso e imponente del grande complesso di Iguaçu, visto alla luce della luna sembra una visione magica, un fiume d’argento che scorre nel silenzio della notte, rotto solo dal grande salto e dal boato che sale nella notte.
Pazzesco e spettacolare…se nel NOA ho lasciato il cuore qui sicuramente gli occhi!!

3 viaggi sono tanti? Per nulla!!! Io sarei rimasta per tanti giorni ancora ma non si può avere tutto e quindi prima o poi ci attenderà un’altra OneMoreOf empanadas bollente da gustarci in questo magnifico Paese.

On the Road

Non ci voglio venire

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