Lisbona è la nostra prima tappa dell’on the road portoghese e ci accoglie con una comoda metropolitana che connette l’aeroporto al centro in poche fermate…tutto questo dopo aver patito il peggiore atterraggio della nostra vita e per la prima volta temere il peggio anche se i locali mi assicurano che è normale e colpa del vento dell’Atlantico!
Archiviato l’atterraggio e smollate le valigie via verso il centro ed io vi consiglio proprio di partire da Praça Dom Pedro IV Rossio, cuore della città bassa, la Baixa, soprattutto per poter brindare all’inizio del viaggio con il liquore tipico portoghese: la ginjinha al sapore di ciliegia, in un mini bugigattolo all’angolo nord-est della piazza. Cin cin…che questo viaggio abbia inizio!
Percorriamo l’arteria principale della Baixa,la pedonale Rua Augusta, con i palazzi storici e la pavimentazione in pietra lucidissima che sembra levigata con la cera…in fondo si apre Praça do Comercio che ricorda un po’ la triestina Piazza d’unità d’Italia visto che il quarto lato si affaccia sull’acqua, solo che qui è quella del fiume Tago, con un estuario tanto grande da farlo sembrare un mare!
Lisbona ci ha accolto con una temperatura perfetta per essere agosto e non vediamo l’ora di andare alla scoperta dei vari quartieri nei prossimi giorni, compresi i belvedere sparsi ovunque e da cui poter ammirare la città dall’alto. Noi ne raggiungiamo subito uno tramite l’elevador da Gloria che letteralmente si inerpica sul fianco di una delle colline della città (partenza da Praça do Restauradores, a fianco della stazione dei treni rossio). Dal Miradouro de São Pedro de Alcantara vediamo la città tutta illuminata…Eccoci Lisbona, siamo pronti a scoprirti!!
Questa città merita MINIMO 3 giorni pieni, noi ne abbiamo avuti due perché il terzo lo abbiamo dedicato a Sintra, buon motivo per tornare a vedere quello che ci manca; è molto diversa dalle altre capitali che vi abbiamo raccontato come Parigi o Berlino e dove abbiamo avuto più tempo per esplorare.
Il primo giorno lo dedichiamo a due luoghi cult, entrambi fuori centro storico per ottimizzare gli spostamenti e per dedicare il secondo giorno alla zona centrale.
La prima mattina è stata dedicata alla Torre di Belem, il Padrao dos Descobrimentos ed al monastero dos Jeronimos, che include il museo di archeologia, raggiungibili prendendo il tram n° 15 Praça do Comercio.
La loro posizione lungo il fiume da rilievo a questi monumenti dove scopriamo lo stile manuelino, che ritroveremo spesso nel nostro ontheroad; consiglio di iniziare dal Monastero dove si può fare il biglietto cumulativo anche per la torre e quindi saltarne la fila. Saliamo anche sul Padrao, in fase di restauro esterno, ma da sopra si può apprezzare la bella rosa dei venti sul piazzale antistante. Riesco per un soffio a non ammazzarmi sulle scale della torre ma mi storto malamente una caviglia….no buono!
È già ora della ricompensa di Jo e se anche voi amate i dolci la sosta d’obbligo è alla Antica Pasteleria de Belem dove sono nati ed ancora si sfornano i caldissimi e buonissimi Pasteis de nata, dolcetti di sfoglia e panna tipico del Portogallo. Li troverete altrove ma qui sono tra i migliori!!!! Imperdibili
Dal passato al moderno, riprendiamo il tram e metro per arrivare al Parque das Nações, sede dell’Expo 98 totalmente riconvertito con palazzi dedicati all’intrattenimento, l’aquario (ideale se andate con i bambini), giardini acquatici e una funivia che sorvola un tratto del quartiere. Già la stazione della metropolitana Estação d’Oriente e la sua architettura futurista di Calatrava, ci fa capire che siamo arrivati in un posto molto diverso. Siamo sempre lungo il Tago e possiamo ammirare il ponte Vasco de Gama, lungo 17 km e che attraverseremo per uscire dalla città fra pochi giorni!
Jo combatte le vertigini nelle dondolanti cabine delle funivia ed io contro la storta che ho preso alla Torre di Belem che inizia a farsi sentire, quindi optiamo per cena veloce e tornare in albergo…la notte che trascorrerò sarà in bianco perché la caviglia fa malissimo, ma il vero problema è che temo di non poter camminare l’indomani.
Il secondo giorno inizia con voltaren e fascia cavigliare presi in farmacia, ma riesco a camminare e questa è già una grande notizia!
Per evitare l’affaticamento approfitto di uno dei must delle visite a Lisbona: gli sferraglianti tram che sfrecciano su strade tortuose e ripide e scorrazzano i turisti nel centro storico; i più famosi sono le linee 12 e 28. Si deve arrivare presto per evitare di stare in fila e, altra raccomandazione, la folla crea occasioni ghiotte per i ladri quindi attenzione a borse e altro!
Godersi il viaggio dai finestrini del tram è piacevole, la cosa che più mi colpisce però è la bravura di chi parcheggia l’auto in alcune strade strette…basterebbero 2 cm più sporgenti per un tamponamento disastroso! Io sarei fregata!
Lasciamo il tram nel quartiere Bairro Alto, fulcro della vita serale tra locali e ristirantini e ci godiamo un nuovo panorama dal Miradouro de Santa Catarina, poi sbirciamo la funicolare elevador de Bica che sale vertiginosamente sul pendio collinare che caratterizza questa parte della città…ci ricorda un po’ Los Angeles!! Perdendoci tra le viuzze caratteristiche arriviamo ad un altro must il Convento Do Carmo. I resti del convento, distrutto dal terremoto che rase al suolo la città, ora ospitano un museo archeologico ma durante la nostra visita è chiuso per un evento privato…la lista delle cose da rivedere si allunga!
Vicino al convento do Carmo una passerella porta alla bizzarra struttura in ferro dell’Elevador de santa Justa, praticamente un’ascensore con terrazza panoramica incastonata tra gli edifici , collegamento tra la Baixa, il quartiere basso e il Bairro Alto. Non perdetevi questa esperienza particolare, con le cabine ricoperte di legno, è veramente particolare utilizzare questo mezzo di trasporto ma attenzione: il prezzo è alto ma compreso nei biglietti cumulativi e giornalieri, è affollato di turisti, scendere è meglio che salire!
Finito il giretto in ascensore, visto che è saltato uno dei musei previsti decido di fare tappa a quello degli azulejos che avevo tenuto come seconda scelta. Bisogna prendere autobus 104 da Praça do Comercio ed in pochi minuti si raggiunge questo piccolo gioiello in un ex convento dove poter imparare qualcosa di più sulla storia delle mattonelle decorate che troverete molto spesso nelle città portoghesi e sono a tutti gli effetti esempio d’arte.
Approfittiamo di essere nella parte est della città per rimanere a mangiare in uno dei quartieri più tipici: siamo nell’Alfama, dove si dice sia nato il Fado.
Questo quartiere è una delle zone più antiche della capitale, meravigliosamente aggrovigliato su se stesso con passaggi e vicoli…inutile seguire un percorso…perdetevi e assaporate l’atmosfera autentica della città…come vi ho detto all’inizio la scoperta fa parte della sorpresa. Non ci perdiamo la Cattedrale , la Se, illuminata brillantemente e poi ci fiondiamo nella nostra esperienza musicale.
Capiamo di essere capitati in un posto serio perché ci sono pochi turisti e soprattutto durante l’esibizione di Fado non si entra nel locale, non si serve ai tavoli per non disturbare l’esibizione che si alterna tra una portata e l’altra. In questo caso cantano un uomo e una donna, accompagnati dalle chitarre. Non sapendo il portoghese non possiamo capire, ma la timbrica sinuosa, la passione, il vibrato, la luce soffusa…senza capire cerchiamo semplicemente di farci trascinare dall’emozione e dall’atmosfera…cercare di vivere la musica del luogo è qualcosa che ci mette in sintonia con il paese e ci piace. Consigliamo questo locale per provare questa esperienza; Parreirinha de Alfama, uno dei più rinomati.
Il giorno dopo lo dedichiamo a Sintra, che racconterò in un altro post, ma per cena siamo di nuovo in città e risaliamo nelle vie del Bairro Alto scovando uno dei luoghi più caratteristici dove abbiamo cenato e dove è nato il mio amore per la Sangria bianca e il polpo alla Lagareiro. Non vi anticipo niente ma trovate qui la mia recensione su Cheia de Gracia…chissà se a distanza di anni è ancora così?? Vorrei tornare per scoprirlo…
Lasciare Lisbona mi spiace, cominciavo a sentirla mia e resistere alle sue salite…non sapendo che ne avrei affrontate molte altre…speriamo poi di trovare un altro OneMoreOF Pasteis de nata per darci la giusta energia nell’affrontarle!
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